Aaron: "...Rabbi, ti devo fare una confessione, io ho paura di volare con aereo..."
Rabbi Chlomo: "E perché Aaron?"
Aaron: "Perché se mio Dio non pensa più a me quando sono su di aereo nell'alto di cielo io potrei morire..."
Rabbi Chlomo: "...E se tuo Dio non pensa più a te quando sei in tuo letto?"
E così qui davanti alla sinagoga art nouveau di Hector Guimard gli ebrei poco si curano del terrorismo, della città blindata e di tutto il resto, loro continuano a sciamare nel Marais che loro hanno sempre chiamato "Pletzl" incuranti anche del fatto che poco a poco, intorno a loro il quartiere è molto cambiato: gallerie d'arte, negozi dal fascino discretissimo ma raffinatissimo, librerie e locali gay, teatrini off, alberghi fascinosi e di pochissime camere, hanno sostituito vecchi negozi kosher. I turisti arrivano solo a Place des Vosges, ma ignorano, per fortuna, tutto il resto. Ma il cuore del Pletz, resta pur sempre il reticolo di vie tra Rue de Rosieres, rue du Vieux Temple e Rue des Archivies. Fu André Malraux nel 1962 a proteggere il Pletz dalla speculazione edilizia e così gli ebrei restarono qui. Certo oggi manca "Jo Goldenberg", negozio di "delicatessen" kosher, ma c'è pur sempre "Chez Marianne", dove amo sempre tornare a cena; e poi restano le librerie, resta "Murciano" la più antica panetteria ebraica di Parigi, resta "Finkelstajn" e "L'as du fallafel", resta il bel Musée d'Art et d'Histoire du Judaïsme, ma restano purtroppo anche le tante targhe di marmo che ricordano gli ebrei deporati e uccisi nei campi di concentramento. Loro continuano indifferenti i loro traffici e i loro commerci: ecco ad un angolo il venditori di filatteri ( gli scatolini di di legno da tenere in testa durante la preghiera del mattino), il negozio con grandi e piccoli Menorah (il candelabro a sette bracci), le kipah (lo zuccotto). Insomma nel Marais insieme a Bérénice Bejo che acquista un abito da "Violette & Léonie, potreste anche incontrare uno "Schnorrer" che mai e poi mai vi chiederà l'elemosina.
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