Parigi, 28 agosto. Dia Al Azzawi è un artista iracheno che ha dedicato un “cahier” di disegni al massacro dei campi di Sabra e Chatila compiuto nel 1982 dalle falangi libanesi e dall’esercito del Libano del Sud. Le vittime furono in gran parte palestinesi o libanesi di origine sciita. In questi giorni, l’IMA di Parigi ospita i lavori di questo artista dal titolo “Nous ne voyons que des cadavres. Massacres de Sabra et Chatila”. Si tratta di 16 serigrafie realizzate nel 1983, ad eccidio appena accaduto e di un “portfolio” “Hymne du corps. Poèmes dessiné pour Tell El-Zaatar”, opera del 1979, che illustra un terribile episodio della guerra civile libanese. Forse a noi occidentali con gli occhi asfaltati da tante, sicuramente troppe suggestioni visive, queste serigrafie possono apparire poco attraenti (ma perfettemente coerenti con la grafica di quegli anni), è certo che alla luce di quei tragici episodi, le opere assumono un valore estetico ed un contenuto etico di grandissimo rilievo. Al Azzawi è un notevole illustratore ed incisore e le opere sono portatrici di un messaggio pesante, di dolore e di sofferenza. È stato per me sorprendente come l’artista fosse stato stilisticamente consapevole dello stato della grafica e dell’illustrazione della fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Guardare il massacro dei campi di Sabra e Chatila con gli occhi di Al Azzawi, sembra di guardare l’assalto di Fort Alamo disegnato da Sergio Toppi. Grande sicurezza nel segno e grande capacità di rendere graficamente il senso del dramma. Stesso discorso per le serigrafie con inserti di colore che illustrano il massacro di Tell El-Zaatar, anche se qui, un prevedibile “rosso sangue” gioca la parte del leone e sebbene simbolicamente molto azzaccato, esteticamente è un po’ più prevedibile. Quel che certo è che la mostra dell’IMA, ci restituisce il senso di uno dei tanti drammi del vicino oriente, uno dei tanti che abbiamo fatto presto a rimuovere e che fortunatamente qualche istituzione culturale di grande prestigio, come l’Institut du Monde Arabe ci invita a non dimenticare.
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