Quando nelle sere di fine estate o di inizio autunno Parigi si ammanta dei colori e dei riflessi dell'autunno, mi infilo la giacca, alzo il bavero, non fumo la pipa ma, mi sento un po’ come Nestor Burma. Non devo risolvere nessun caso, ma esco e mi infilo nel metro vicino a casa a Saint Phippe du Roule, mentre una folata di vento strappa una manciata di foglie da un platano. Miromesnil, St. Augustin, Havre-Caumartin, Chaussée d'Antin, Richelieu-Druot, Grands Boulevards. Scendo, non devo inseguire nessun uomo misterioso, ma mi guardo attorno. Piove, nelle brasseries la gente chiacchiera, mangia e beve. L'asfalto riflette le luci delle auto. Arrivo alla Rue du Faubourg Montmartre ed entro da Chartier, non c'è coda ma il locale è pieno di gente vociante. Stasera choucroute e bière pression. I camerieri con i loro grembiuoloni lunghi fino ai piedi, hanno modi spicci, sono veloci e scrivono il conto sulla tovaglia di carta. La birra fresca titilla le papille. Dopo cena esco, scendo nel metro, forse devo raggiungere il Pont de Tolbiac o il Canale St.Martin...Se volete sapere il perché, provate a leggere un fumetto di Leo Malet e Jacques Tardi. Solo loro amano Parigi quanto me e come Voi.
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