Al Louvre vivono molti gatti. E questa si che è una notizia, poiché di Francesco I e della Signora Gherardini in Del Giocondo, non se ne può davvero più, soprattutto dopo l’arrivo degli alberti-angela con tutti quegli ologrammi, quelle decalcomanie in 3D, tutto l’armamentario nazional-popolare della divulgazione due-punto-zero o 055 (prefisso telefonico di Firenze). Allora molto meglio buttarsi nella BD che non è l’acronimo di “bidet”, visto che i francesi non lo usano, ma di “bande dessinée”. Molto spesso, soprattutto quella francese offre spunti di riflessione assai più stimolanti delle stucchevoli divulgazioni forzate a cui il popolo-bue deve periodicamente essere sottoposto (con scarsi risultati visto che poi alle elezioni succede quel che succede). Ma per non divagare troppo veniamo al dunque. I gatti vivono da sempre nel museo parigino, sin da quando era ancora una fortezza, quella di Filippo-Augusto e a rivelarcelo è Marcel un vecchio guardiano del museo. Lui e la sua famiglia hanno sempre lavorato nel museo e ne conoscono tutte le storie. A scoprirlo casualmente, invece, è una giovane e inesperta guida che si accorge che nel gruppo di visitatori a cui sta impartendo una erudita spiegazione, c’è anche il piccolo Flocon, un gattino bianco. Ma la giovane ragazza scopre molto di più; per esempio che Flocon raggiunge i lucernari del maestoso palazzo entrando in un quadro del Seicento, la “Scène de patinage à Kampen” dell’olandese Barend Avercamp. Per dire il vero scopre anche tante altre storie segrete del vecchio museo che,al confronto, le peregrinazioni di Belfagor sembra davvero poca cosa. Se volete saperne di più non potete far altro che acquistare “Le chats du Louvre” del grande Taiykô Matsumoto, artista di punta della scena grafica giapponese. Gustosissime e voluttuose tavole, ma un po’ difficoltosa la lettura: no, non per la lingua francese, ma per il fatto che il volume si sfoglia da sinistra a destra come nella versione originale giapponese. Forse non tutti sanno che il Louvre ha una sua casa editrice che sforna a getto continuo cataloghi di mostre, volumi d’arte di grande pregio e una imperdibile collana di fumetti, editi in collaborazione con “Futuropolis” con regolari uscita annuali che fanno bella mostra nella mia biblioteca. Non vorrete dilapidare il vostro denaro per inutili creme per il corpo o aperitivi?
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